Estetiste, parrucchieri, colf, badanti, camerieri, magazzinieri, pony express, sono i lavori che in questi ultimi anni non hanno conosciuto la crisi. Per contro, i ragionieri, gli amministratori delle piccole imprese, i muratori, i carpentieri, i ponteggiatori, i falegnami sono le professioni che hanno registrato le contrazioni occupazionali più preoccupanti.
MILANO – La professione più colpita dalla crisi economica è stata quella dei ragionieri. Dal 2008 al 2013 la platea degli occupati, infatti, ha registrato una diminuzione di oltre 441 mila unità, pari a -40,1%. Seguono imprenditori e amministratori delle piccole imprese che hanno registrato una flessione del 38,4% Estetisti, parrucchieri, colf, badanti, camerieri, magazzinieri, pony express, invece, sono i lavori che in questi ultimi anni non hanno conosciuto la crisi. E’ quanto emerge dalla graduatoria stillata dalla Cgia di Mestre.
Gli estetisti, i parrucchieri, le colf e le badanti, infatti, rileva la Cgia, hanno registrato un aumento in termini assoluti pari a oltre 314 mila unità (+71,7%). Seguono i camerieri, con un incremento di posti di lavoro pari a poco più di 251.500 (+31,5%) e i magazzinieri e i pony express, con oltre 125.600 occupati in più (+43,2%). Appena fuori dal podio troviamo cuochi, baristi e ristoratori, con quasi 123.500 nuovi occupati (+14%) e le attività legate alla guardiania e ai vigilanti non armati. Nonostante l’aumento in valore assoluto di quest’ultimo settore sia stato abbastanza contenuto e pari a quasi 76.000 unità, l’incremento percentuale è stato esponenziale: +182,4%.
“Gli acconciatori e le estetiste – esordisce Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia – stanno conoscendo una profonda evoluzione professionale, dovuta, in particolare, alla scoperta di nuovi ambiti lavorativi racchiusi tra i campi dell’estetica e dell’immagine e quelli
della salute. Negli ultimi tempi si è fatto strada un nuovo concetto del benessere, inteso come cura dello stato psico-fisico della persona. Grazie a ciò si è avuta una forte espansione del settore con delle ricadute occupazionali, soprattutto tra i giovani, del tutto inaspettate”.
Per i lavori domestici, invece, sottolinea Bortolussi, “è importante sottolineare come in questi ultimi anni di crisi le italiane siano ritornate a fare le colf e le badanti. Nonostante il peso della componente straniera sfiori ancora l’80% del totale degli occupati in questo settore, tra il 2012 e il 2013 la presenza delle italiane è aumentata di quasi il 5%, mentre gli stranieri sono diminuiti dell’8%”.
La professione più ‘falcidiata’ dalla crisi economica è stata quella dei ragionieri. A fronte di una diminuzione di oltre 441 mila unità, in termini percentuali la ‘caduta’ è stata pesantissima: -40,1%. Non è andata altrettanto bene nemmeno agli imprenditori e agli amministratori delle piccole imprese che hanno visto ridursi la platea degli occupati di quasi 215 mila unità (-38,4%).
La crisi dell’edilizia ha ‘gettato sulla strada’ anche moltissimi muratori, carpentieri e ponteggiatori. In termini assoluti si sono trovati senza un lavoro in oltre 177 mila (-24,7%). Male anche la situazione di artigiani e operai specializzati del legno, del tessile e dell’abbigliamento: la flessione è stata di oltre 109 mila unità (-23,9%). Infine, a seguito dei tagli avvenuti in questi ultimi anni anche nel pubblico impiego, gli insegnanti delle scuole secondarie e post-secondarie e le forze di polizia di stato, i vigili urbani e i vigili del fuoco hanno subito una contrazione molto preoccupante: i primi sono diminuiti di quasi 101 mila unità (-19,5%), i secondi di oltre 97 mila (-23,9%).
Fonte: Repubblica.